Perché rivolgersi allo psicologo

Ci sono molti buoni motivi per rivolgersi ad uno psicologo e purtroppo ancora diffusi pregiudizi culturali e diffidenze personali con cui doversi confrontare per comporre il numero di telefono e chiedere  una primo colloquio di valutazione e consulenza (se ti incuriosisce, dai uno sguardo ai miti da sfatare).

Invece di promuovere e difendere in astratto i motivi per cui rivolgersi allo psicologo, ritengo più interessante ed utile descrivere un elenco di situazioni e motivazioni che hanno spinto altre persone prima di te a contattarmi ed in cui è stato possibile effettuare percorsi mirati, efficaci e significativi.

… ecco dunque alcune delle situazioni più frequenti …

  • Cambiamenti importanti nella vita lavorativa, sentimentale, familiare o dovuti alla crescita difficili da gestire o che procuravano ansie, sconforto, indecisione nelle scelte, disagio fisico e/o emotivo
  • Difficoltà nella gestione dei figli o nella relazione di coppia
  • Reazioni depressive o ansiose ad eventi traumatici, a volte spaventosi ed altre apparentemente banali, ma comunque difficili da gestire o metabolizzare
  • Malattie fisiche che comportavano cure ed esami diagnostici invasivi, o cambiamenti destabilizzanti nel fisico, nell’organizzazione della vita lavorativa e personale
  • Difficoltà nel reggere il carico dell’assistenza a persone care in situazioni di disagio fisico o psicologico
  • Paure molto intense per situazioni molto specifiche
  • Fissazioni che sembravano impossibili da superare e sopportare
  • Difficoltà nel rapporto con il cibo o con il proprio corpo
  • Situazioni di isolamento o difficoltà nell’ambito della socializzazione, capitate tanto a bambini o ragazzi giovani quanto a persone adulte o anziane
  • Necessità di apprendere tecniche di gestione dello stress o training di rilassamento
  • Insonnie a volte transitorie ed a volte anche estremamente persistenti ed invalidanti
  • Crisi nella sfera della sessualità o nella propria identità sessuale
  • Difficoltà nella relazione con gli altri a causa del proprio orientamento sessuali

… ed eccone le motivazioni che li guidavano …

  • Risolvere conflitti invalidanti nel rapporto con gli altri, con alcune sfide o responsabilità personali
  • Ritrovare un buon equilibrio fisico, emotivo e mentale
  • Accrescere il loro livello di benessere, consapevolezza di sé o capacità di gestione delle situazioni
  • Proteggere gli altri dalle conseguenze delle loro difficoltà

In ogni caso, chiedere un primo incontro non equivale ad entrare in psicoterapia ma, poiché inevitabilmente il colloquio si incentra su questioni personali, sensibili, talvolta anche piuttosto dolorose, quello che conta di più è rivolgersi a specialisti di certificata professionalità. Un primo colloquio serve, infatti, proprio ad effettuare una valutazione specialistica del tipo e del livello di disagio,  delle indicazioni terapeutiche più appropriate ed efficaci. L’indicazione per l’effettuazione di un percorso psicologico è solo uno degli esiti possibili e questa prima fase di valutazione ti sarà utile anche a comprenderne le caratteristiche, gli obiettivi, oltre che ci darà modo di verificare la tua motivazione al cambiamento e, trattandosi comunque sempre di un rapporto tra persone, l’impatto dell’incontro e della reciproca conoscenza.